La Ciudad sin Puertas
Storia dello studente Lucas Villa, il volto delle manifestazioni colombiane.
Se ti capita di passare a Pereira questo 5 maggio e scendi nelle strade, entra nella folla di manifestanti che danzano, senti come vibra nel petto quel clarinetto che canta dolcemente una delle Cumbias più suggestive del mondo:
…Colombia tierra querida himno de fe y armonía
Cantemos, cantemos todos grito de paz y alegría…
Apri bene gli occhi e il cuore e facilmente riconoscerai tra la folla un giovane moro e longilineo, dagli occhi sorridenti e la barba incolta. Non puoi sbagliare: ha pantaloni bianchi e la maglietta azzurra, lo vedi? È il ragazzo che danza in modi buffi.
…Su suelo es una oración y es un canto de la vida
Su suelo es una oración y es un canto de la vida..
Se chiedi di lui, Bertha ti dirà con orgoglio che è stato uno dei suoi alunni più brillanti, sempre inquieto e socievole. Marta, invece, ti dirà che è stato il suo primo amore, il suo “sol de alegria”, sempre giocoso e dolce. Il padre ti dirà sorridendo che suo figlio parla quattro lingue “spagnolo, inglese, portoghese e cazzate”, ma con grande affetto ti dirà anche che Lucas, suo figlio, dopo aver girato l’intera America Latina “alla ricerca di risposte nel mondo, le ha trovate nel centro di Pereira, a casa sua”.
…Cantando, cantando yo viviré
Colombia tierra querida
Ay, cantando, cantando yo viviré
Colombia tierra querida…
Chi lo conosce si stupirà del fatto che tu non l’abbia mai visto per le strade o in una delle sue passeggiate ecologiche, e ti dirà che di persone come lui il mondo ne dovrebbe avere almeno un’altra per essere un posto migliore.
Si chiama Lucas Villa e nella vita oltre ad essere uno studente è anche un grande oratore, un attivista per l’ambiente instancabile che nelle proteste sorride e danza, qualunque musica tu metta, per quanto terribile possa essere, perché lui la musica non la ascolta, la vive.
…Su suelo es una oración y es un canto de la vida
Su suelo es una oración y es un canto de la vida…
Se non l’hai ancora visto probabilmente sarà lui a venirti incontro: saluta sempre chi incrocia: poliziotti, commercianti, manifestanti e i vicini. Lucas si avvicinerà, ti darà il cinque e poi si allontanerà per continuare a ballare.
…Ay, cantando, cantando yo viviré…
Se, però, senti le sirene urlare e vedi le persone correre, non spaventarti. È normale che tu ti senta disorientato…sei arrivato in Colombia in una settimana folle e quello che vedi nelle strade tra qualche ora sarà storia. Ma non è sempre così, da qualche giorno protestiamo contro troppe cose che ti spiegheremo con calma e ci scusiamo se in questa tua visita ci trovi in queste condizioni, se senti esplosioni o urla per le strade. Ti promettiamo che domani troverai centouno motivi per amare queste terre.
Ora però, mantieni la calma. Se senti gli spari vicini, buttati a terra e cerca di prestare soccorso a chi ti è accanto. Trascinati lentamente e cerca riparo in una delle case che ti sono più vicine, noterai che tutte le porte sono aperte, ma non lasciare indietro chi è stato raggiunto dai proiettili. Non dimenticare Lucas.
So che si è fatto buio ed è facile farsi prendere dal panico, ma apri bene gli occhi, cerca di prendere il cellulare e scattare una fotografia o memorizza le targhe della moto che è appena passata: una moto bianca da cui sono stati sparati otto proiettili che hanno raggiunto Lucas. Ma ora… Non importa, aiutaci a portarlo all’ospedale più vicino.
Nella notte del 5 maggio a Pereira – nel dipartimento del Risaralda – lo studente Lucas Villa è stato colpito da otto proiettili sparati da una moto con la targa coperta. Molto è stato detto sulla sua diagnosi: prima che fosse deceduto, poi che fosse vivo ma cerebralmente morto, poi ancora che le sue condizioni fossero critiche, ma stabili.
Nelle ultime ore è arrivata la notizia definitiva: Lucas è morto, creando una voragine e un silenzio assordante nelle piazze.
Dal 28 aprile, ovvero l’inizio delle manifestazioni in Colombia, 47 giovani come Lucas hanno perso la vita, 278 giovani sono stati aggrediti e 963 arrestati e portati via. Dove?