Didattica online: cosa va e cosa non va. Parlano le famiglie
La scuola, volenti o nolenti, è uno dei luoghi in cui si passa più tempo nel corso dellavita:è il luogo dove impariamo, dove affrontiamo le prime fasi della vita, le prime responsabilità, ma soprattutto è lì che abbiamo i primi contatti con persone esterne al nucleo familiare.
Negli anni le possibilità offerte dalla scuolasono andateaumentando. Oggi possiamo fare scambi culturali, imparare più cose grazie all’ausilio di corsi extra, quandoun tempo si era già fortunati a frequentarla, la scuola. Infatti, fino a qualche tempo fa non tutti avevano la fortuna di studiare e spesso molti di coloro che frequentavano non erano disposti a continuare gli studi.
Al contrario, la modalità di insegnamento non è mai stata modificata, come viene illustrato benissimo in questo video di Prince EA. Nessuno avrebbe mai potuto immaginare un cambiamento così radicale e improvviso, anche se per forza maggiore. Tra lo stupore generale, siamo stati catapultati nel “futuro” prima del tempo.
Le opinioni dei Changers in qualità di studenti, come abbiamo visto precedentemente nell’articolo “Istruzione ai tempi del COVID-19”, si sono rivelate contrastanti, ma ognuno di noi apprezza gli sforzi dietro questa iniziativa adottata dal MIUR.
In generale le famiglie si sono dimostrate contente e ben disposte ad accettare e sostenere nelle loro possibilità questa iniziativa, vista come un modo per mantenere una parvenza di normalità in una situazione come quella che ci troviamo costretti a vivere.
Questo è ciò checi dice una madre e collaboratrice scolastica, impegnata nel contrastare le possibili problematiche riscontrate dalle famiglie: “Io sono contenta di questa soluzione, così come molte altre famiglie. È un modo per mettere ordine nella giornata dei nostri ragazzi, pernon farli prendere dallo sconforto”. I genitori quindi, pur non negando che sia un’iniziativa che andrebbe perfezionata, si mostrano abbastanza soddisfatti dell’iniziativa.
Ad esempiola madre di una ragazza del liceo afferma che “nonostante tutti i problemi e le difficoltà, è comunque un’alternativa per poter continuare la nostra vita senza farci sentire troppo il peso di questa situazione, ma anche per poter mantenere dei rapporti sociali”. Alcuni genitori e professori, però, hanno dimostrato la loro riluttanza nell’utilizzo di questo metodo come “surrogato”, ritenendo che nonpossa funzionare a causa dei vari limiti di questa didattica, principalmente per il sovraccarico delle piattaforme, e la bassaqualità della connessione disponibile.
Non solo: “Molti non si collegano, il sistema molte volte non funziona, oppure i ragazzi non riescono a connettersi tutti insieme. Inoltre, penso che le valutazioni perdano valore in questo modo”. Ci sono di mezzo anche le distrazioni che la casa provoca.
Un altro problema importante infatti è che non tutti hanno uno spazio isolato e silenzioso, o una condizione famigliare da voler mostrare ad una webcam. Senza dimenticare che questo tipo di iniziativa dà per scontato anche che tutti possano aver accesso ad una connessione internet, che tutti abbiano un computer completo di webcam e microfono o uno smartphone personale. Vengono tralasciati spicchi della realtà, che seppur piccoli, sono importanti.
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