“Regolarizzare tutti gli immigrati che sono sul territorio italiano”
“Il coronavirus è stato una lente di ingrandimento sulla disuguaglianza che c’è attualmente in Italia; La Campagna Siamo Qui – Sanatoria Subito è stata creata a partire da due elementi: l’elemento emergenziale dettato dal Coronavirus e le leggi che da decenni hanno vincolato la presenza dei migranti nel nostro Paese in base al loro lavoro o al loro reddito”.
Così è iniziata la Conferenza Stampa Online di mercoledì 15 aprile, indetta dalla campagna “Siamo Qui – Sanatoria subito”. Al centro la richiesta di una regolarizzazione immediata di tutti gli immigrati sul territorio italiano.
“Tutto è iniziato sabato 4 aprile, con la prima assemblea nazionale telematica della campagna, a cui hanno partecipato numerose associazioni, realtà sociali e singole persone,” spiega Marco Sirotti dell’associazione Melting Pot Europa e moderatore della Conferenza.
Il risultato dell’Assemblea è stata una piattaforma digitale, con un appello in 3 punti sui provvedimenti che il governo italiano dovrebbe attuare nell’immediato per tutelare maggiormente i migranti, come è stato fatto in altri paesi d’Europa.
L’avvocato Paolo Cognini, esperto di diritto dell’immigrazione e dell’asilo, e da sempre impegnato nella tutela dei diritti degli stranieri, spiega che la campagna non è mera propaganda politica ma si basa su due presupposti fondamentali: una visione complessiva della situazione odierna in Italia e un estremo realismo delle proposte di sanatoria.
Esistono infatti tre scenari concreti da prendere in considerazione, con relative risoluzioni:
1) Nel nostro paese sono 600 mila le persone irregolari che non hanno accesso a tutele sanitarie ordinarie o specifiche per l’emergenza COVID19 (cure mediche, tamponi, profilassi, rafforzamento dei medici di base).
Inoltre questa condizione di irregolarità determina il fenomeno degli insediamenti informali, (veri e propri “ghetti” con promiscuità, scarso o nullo accesso all’acqua corrente e ai servizi igienici ) aumentando i rischi epidemiologici.
La Ministra dell’Interno Lamorgese, tra dicembre e gennaio aveva già parlato di un provvedimento di sanatoria dei migranti che soggiornano irregolarmente nel nostro Paese, tema poi accantonato e rimandato a tempi migliori. La sanatoria però si riferiva solo ai migranti che avevano un lavoro ma non avevano i documenti per essere assunti “legalmente”, provvedimento che ai tempi del Coronavirus risulterebbe non realistico e pericoloso.
“È necessaria una sanatoria di tutti i migranti presenti sul territorio: se la regolarizzazione si dovesse basare solo sull’esibizione di un rapporto lavorativo, si rischia di aumentare il caporalato, si creano rapporti di lavoro finti o che verrebbero fatti pagare duramente al migrante.
Ricordiamo inoltre che i migranti, come noi Italiani, stanno vivendo in un contesto di crisi economica, con chiusura delle aziende e mancanza di lavoro. Basarsi quindi solo sulla presenza fisica sul territorio è un atto di realismo”. Continua l’avvocato Cognini.
2) La situazione di emergenza influisce inoltre sulle richieste dei permessi di soggiorno: anche i migranti che hanno la titolarità di permessi di soggiorno stabili (es: permesso di soggiorno per motivi di lavoro) si ritrovano in una situazione di instabilità e incertezza.
Secondo le direttive del Governo gli uffici della Questura sono chiusi, le pratiche di rinnovo bloccate, e gli appuntamenti fissati per i rinnovi dei titoli sono stati rinviati di almeno dieci settimane.
“Se da un lato la proroga dei permessi di soggiorno nell’immediato può sembrare una cosa positiva, nel futuro si creerà un’accumulazione di tutte le pratiche, con una lista d’attesa e di risposta (che è già lunga e lenta di per sé) di mesi e mesi”.
Il secondo punto dell’appello della Campagna è quindi il rinnovo automatico dei permessi di soggiorno, senza proroghe e burocrazia néverifiche sui requisiti di lavoro e di reddito: “Parliamo di titoli con validità di uno o due anni, i requisiti possono essere verificati alla successiva scadenza, non ora che l’emergenza sta condizionando il lavoro di un Paese Intero!”
3) L’ultimo scenario esposto dall’avvocato è quello riferito ai titolari di permessi di soggiorno temporanei (esempio: richiesta di asilo).
“Questi permessi hanno termini di scadenza molto veloci, e dentro il contesto di blocco degli uffici e delle pratiche, lasciano in una grandissima situazione di precarietà migliaia di persone”.
L’ultima richiesta è quindi quella di dare la possibilità a chi ha permessi di soggiorno temporanei ma in corso, di convertire il titolo senza effettuare una verifica dei requisiti.
“In questo modo una grandissima parte di titolari di permessi di soggiorno temporanei (esempio: richiedenti asilo) avrebbero la possibilità di convertire il titolo (esempio: per lavoro o per casi speciali) e stabilizzare la loro situazione”.
Interviene subito dopo Yasmine Accardo, promotrice della campagna LasciateCIEntrare, contro la detenzione amministrativa dei migranti.
“Nel nostro appello chiediamo inoltre la chiusura immediata di tutti i CPR, in quanto incostituzionali: sono luoghi di abuso, dei veri e propri lager di tipo etnico.”
Va ricordato che i CPR, Centri di Permanenza per il Rimpatrio, fanno parte della rete di strutture usate per identificare e deportare dal territorio italiano i “migranti irregolari”. Formalmente, in questo momento storico, sono del tutto illegittimi, poiché si può trattenere un migrante in questi centri solo se il fine è l’espulsione, ma in questo momento l’espulsione non può essere attuata.
“I CPR in Italia mantengono un regime ordinario nonostante ci sia una situazione straordinaria in tutto il mondo”, continua Yasmine, “Nel resto d’Europa sono stati chiusi, ma nel nostro paese c’è solo silenzio, e si continuano a trattenere migranti”.
In alcuni CPR, nei giorni scorsi ci sono stati dei primi rilasci, (una o due persone al giorno), ma questi migranti hanno ricevuto inviti alla regolarizzazione in Uffici lontani o non raggiungibili (ad esempio uffici in Sicilia per CPR del centro Italia); molti irregolari così si ritrovano per strada spesso senza contatti o soldi.
“Sui migranti c’è una sospensione continua del diritto della persona, ovvero voler relegare al non esistere. Praticamente è come se, in un palazzo in fiamme, dove tutti scappano e vengono aiutati a scappare, si continua a chiedere ai migranti di fare una vita normale, senza diritti e senza tutele”.
Prende quindi la parola Stefano Bleggi, Coordinatore del Progetto Melting Pot Europa, referente territoriale della campagna LasciateCIEntrare e membro dell’Assemblea antirazzista di Trento.
“Ci stiamo muovendo per far arrivare la voce dei migranti ovunque, ovviamente la condizione di isolamento ci ha obbligato a muoverci per altre vie”.
Sono infatti
due le iniziative lanciate dopo l’assemblea telematica nazionale di sabato 4
aprile:
– Un MAILBOMBING della piattaforma, avvenuto giovedì 9 aprile verso il
Ministero dell’Interno, il Presidente del Consiglio e le Prefetture locali di
riferimento.
– Una campagna social “Condividi il tuo Siamo qui”, con l’adesione di più di
400 organizzazioni.
Ci spiega inoltre che nei prossimi giorni continueranno le iniziative, come ad esempio un racconto in prima persona su cosa significa essere irregolari in Italia, dando spazio alle molteplici storie dei migranti ai tempi del Coronavirus.
Sono previste poi una serie di assemblee a livello territoriale, con l’obiettivo di far vivere campagna per la sanatoria sui vari territori, coinvolgendo le comunità dimigranti e le reti antirazziste, coordinandosi poi a livello nazionale.
“Questa battaglia va combattuta tutti insieme; è importante quindi fare rete, far capire ai migranti che non sono soli e continuare su questa strada”.
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