Il coraggio di credere in sé stessi: intervista a Iacopo Melio
In occasione della “Giornata Internazionale della Disabilità” del 3 dicembre abbiamo intervistato Iacopo Melio per parlare e approfondire insieme di temi molto importanti per la nostra società: la disabilità e la disuguaglianza.
Iacopo è un ragazzo di 28 anni laureato in Scienze della Comunicazione, giornalista, scrittore, attivista dei diritti umani-civili, fondatore della Onlus “Vorrei Prendere il Treno” e Consigliere Regionale della Regione Toscana dal 20 Settembre 2020.
Grazie al suo impegno ha ottenuto importanti riconoscimenti a livello Nazionale e Europeo, tra cui la nomina di “Cittadino Europeo” conferitagli nel 2017 per aver tradotto in pratica i valori della solidarietà e della cooperazione internazionale e la nomina di “Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana” assegnatagli nel 2018 dal Presidente della Repubblica per il suo appassionato contributo per abbattere le barriere architettoniche e gli stereotipi culturali.
Quando eri piccolo avresti mai immaginato di raggiungere questi risultati?
Ricordo che quando mi chiedevano che lavoro avrei voluto fare da grande, rispondevo sempre “scrivere libri”, e tutti si mettevano a ridere inteneriti. È un orgoglio, per me, sapere di esser diventato uno scrittore, perché quando si fa ciò che si ama si è davvero fortunati. Tutto il resto, in realtà, non lo avrei mai immaginato e non posso che viverlo con entusiasmo, ogni giorno, felice del mio spazio nel mondo.
Qual è stato il fattore scatenante che ti ha spinto a batterti in prima linea per i tuoi diritti e successivamente creare l’associazione?
Ho voluto smettere di immaginare una società più inclusiva, aperta a tutte e tutti, per provare a portare un piccolissimo cambiamento attraverso ciò che sapevo fare meglio: scrivere. Così ne è nato un impegno in difesa dei diritti umani e civili che oggi è il mio lavoro, oltre che una missione, e con l’attivismo, l’associazionismo, il giornalismo e l’impegno interno alle Istituzioni provo a dare voce a chi tutt’oggi non viene ascoltato.
Nel creare l’associazione “Vorrei prendere il treno” quali sono state le problematiche che hai dovuto affrontare? Qual è stato l’ostacolo più difficile da superare?
Di difficoltà non ce ne sono state, se non l’ignoranza, i pregiudizi e la superficialità di chi non riesce ancora a capire l’importanza dell’abbattere barriere non solo architettoniche ma anche sociali e culturali. Anche per loro dobbiamo continuare a sensibilizzare, affinché un domani non serva più “fare cultura” per includere tutte le minoranze.
Durante una recente discussione parlamentare, un rappresentante politico ha affermato: “La discriminazione è un diritto di opinione”. Tu cosa ne pensi?
Credo che la libertà di opinione, di parola e di espressione siano abusate, oggi, e lo dico da democratico. Poter dire ciò che si pensa non autorizza a discriminare e fomentare odio, perciò no: bisogna essere intolleranti con gli intolleranti.
In ambito generazionale, rispetto a quando eri uno studente, noti dei miglioramenti da un punto di vista sociale?
È passato troppo poco tempo. Di sicuro le nuove generazioni cresceranno più aperte alle diversità rispetto ai nostri genitori, ma c’è ancora molto da fare affinché si capisca l’importanza del costruire una società per tutte e tutti. Che si parli più frequentemente di certi temi, d’altro canto, fa ben sperare.
In fatto di sensibilizzazione pensi che occorrerebbe informare maggiormente le persone che non sono portatrici di disabilità?
Sicuramente. Tutto ciò che non conosciamo ci spaventa e quindi tendiamo ad allontanarlo da noi. Ecco perché dobbiamo informare e sensibilizzare in continuazione, affinché le persone siano meglio disposte ad accogliere anziché ad escludere qualcuno che per qualunque motivo appare diverso.
Credi che un giorno la nostra società sarà in grado di abbattere i divari sociali?
Sì, ci arriveremo. Non lo vedrò io, forse nemmeno mia sorella, ma magari i suoi nipoti sì. Dobbiamo lavorare oggi per loro.
Per concludere quali sono i tuoi progetti futuri e quali risultati speri di ottenere?
Vivo sempre alla giornata, nella vita come nel lavoro o per la ONLUS, della quale oggi comunque non sono più presidente. Affronto un obiettivo alla volta perché preferisco improvvisare, perciò non saprei rispondere. Ora la priorità è lavorare bene in Consiglio regionale, portando avanti quei valori e quelle idee che mi caratterizzano da sempre, fatte di libertà e uguaglianza.