Conoscere i nostri diritti ambientali per esercitarli

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Il mese scorso le Nazioni Unite hanno approvato una risoluzione che entrerà nella storia, dichiarando che vivere su un pianeta non inquinato sia da considerarsi un diritto umano inalienabile.

Nella risoluzione approvata presso la sede ONU di New York l’Assemblea Generale ha affermato che i cambiamenti climatici e il degrado ambientale sono alcune delle minacce più urgenti per il futuro dell’umanità. Ha inoltre invitato gli Stati a intensificare gli sforzi per garantire che la popolazione mondiale abbia accesso a un “ambiente pulito, sano e sostenibile”.

Il documento in questione (numero A/76/L.75) è considerato un passo importante per contrastare l’allarmante cambiamento climatico e il sempre più crescente inquinamento presente sulla Terra, oltre ad essere reputato un messaggio di speranza verso la popolazione civile: infatti, seppur la risoluzione non sia giuridicamente vincolante per i 193 Stati membri dell’ONU, si spera che abbia un effetto a cascata, spingendo i Paesi a inserire nelle Costituzioni e leggi nazionali il diritto a un ambiente sano e incoraggiando gli Stati e i governi ad attuare tali leggi. 

Inoltre questa risoluzione darà agli attivisti ambientali più armi per sfidare politiche, decisioni e progetti ecologicamente distruttivi a livello locale, nazionale e internazionale. 

La direttrice generale dell’´United Nations Environmental Programme (UNEP), Inger Andersen, ha commentato così la notizia dell’adozione della risoluzione: “This resolution sends a message that nobody can take nature, clean air and water, or a stable climate away from us – at least, not without a fight”.

Vivere in un ambiente sicuro, pulito, salubre e sostenibile è parte integrante del pieno godimento di un’ampia gamma di diritti umani, compresi i diritti alla vita, alla salute, al cibo, all’acqua e ai servizi igienico-sanitari. Senza un ambiente sano non siamo in grado di realizzare le nostre aspirazioni e nemmeno di vivere a un livello commisurato agli standard minimi della dignità umana. Allo stesso tempo, la protezione stessa dei diritti umani da parte dei Governi aiuta a proteggere l’ambiente.

Ma è importante sottolineare che già esistono numerose leggi e strumenti locali, nazionali, regionali e globali che riguardano i nostri diritti in materia di ambiente. Spesso però queste leggi non sono conosciute nei vari Paesi, per cui alcuni dei nostri diritti non vengono esercitati, così come i doveri, gli obblighi e le responsabilità a livello nazionale e internazionale non vengono adempiuti.

Secondo l’Environmental Rule of Law: First Global Report il diritto a un ambiente sano ha ottenuto il riconoscimento e la protezione costituzionale (la forma più forte di protezione giuridica disponibile) in più di 150 Stati.

Circa due terzi delle leggi costituzionali che riconoscono questo diritto si riferiscono a “un ambiente salubre”, mentre le formulazioni alternative includono il “diritto a un ambiente pulito, sicuro, favorevole, salubre o ecologicamente equilibrato.

La mappa di seguito mostra la diffusione del diritto costituzionale a un ambiente sano, distinguendo in verde scuro i Paesi in cui un ambiente salubre è un diritto costituzionalmente tutelato, mentre in verde chiaro i Paesi in cui questo diritto fa semplicemente parte delle disposizioni costituzionali.

dark green: Countries with a Constitutional Right to a Healthy Environment. Light green: Countries with constitutional provisions for a healthy environment

Fonte: Environmental Rule of Law Report, Figure 4.5​​​​
I diversi diritti ambientali divisi per Paese possono essere consultati sul sito http://envirorightsmap.org/

Ma in Italia conosciamo i nostri diritti?

In qualità di italiani i nostri diritti ambientali sono determinati dalla Costituzione, dalle decisioni dei tribunali, dalle leggi ambientali, nonché dai diritti umani e dai trattati ambientali ratificati nel nostro Paese o località. 

In Italia ci sono parecchie leggi che ci tutelano (o ci dovrebbero tutelare) in tal senso.

Partendo dalla Costituzione, l´’11 febbraio 2022 la Camera dei Deputati e il Senato della Repubblica hanno approvato, con la maggioranza dei due terzi dei componenti di ciascuna Assemblea, le Modifiche agli articoli 9 e 41 della Costituzione in materia di tutela dell’ambiente.

Per cui ora l’articolo 9 della nostra Costituzione Italiana dice che

La Repubblica promuove lo  sviluppo  della  cultura  e  la  ricerca scientifica e tecnica.
Tutela il paesaggio e  il  patrimonio  storico  e  artistico  della Nazione.
Tutela l’ambiente,  la  biodiversità  e  gli  ecosistemi,  anche nell’interesse  delle  future  generazioni.  La  legge  dello  Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali.

Mentre l’articolo 41 recita che:

L’iniziativa economica privata è libera.
Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla  salute, 
all’ambiente,  alla  sicurezza,  alla libertà, alla dignità umana.

La legge determina i programmi  e  i  controlli  opportuni  perché l’attività economica pubblica e privata possa essere  indirizzata  e coordinata a fini sociali e ambientali.

Per quanto riguarda invece le decisioni dei tribunali, che non diventano automaticamente leggi ma indicano una chiara idea su come si orientino le aule giudiziarie in materia di ambiente, possiamo trovare spunti di ricerca interessanti su Ecolex, un sito creato per raccogliere qualsiasi informazione riguardante la giurisprudenza ambientale.

In quanto agli accordi internazionali sul clima che il nostro Stato ha ratificato troviamo la Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici del 1992 (meglio conosciuta come UNFCCC) che dichiara l’obiettivo di “raggiungere la stabilizzazione delle concentrazioni dei gas serra in atmosfera a un livello abbastanza basso per prevenire interferenze antropogeniche dannose per il sistema climatico”.

Dalla firma della Convenzione si decise inoltre di organizzare ogni anno incontri formali tra gli stati firmatari dell’UNFCCC, tra cui la Conferenza ONU sul cambiamento climatico (COP). Dal 2005 tale conferenza ospita anche gli incontri per negoziare impegni vincolanti nel quadro del Protocollo di Kyoto (un trattato internazionale in materia ambientale riguardante il surriscaldamento globale). 

Dal 2016, la conferenza accoglie anche gli incontri delle parti con riferimento all’Accordo di Parigi del 2015, considerato un piano d’azione per limitare il riscaldamento globale e da cui i leader mondiali hanno concordato nuovi obiettivi ambiziosi nella lotta ai cambiamenti climatici. 

Già in precedenti articoli avevamo parlato dell’azione legale contro la condotta illecita dello Stato Italiano lanciata dalla campagna Giudizio Universale.

Come riportano anche sul loro sito, “la causa legale non ha affatto un valore simbolico, ma mira ad ottenere un radicale cambiamento nelle politiche climatiche dello Stato, attraverso un deciso aumento delle ambizioni di riduzione e la garanzia di piena tutela dei diritti umani, in ottemperanza alle obbligazioni climatiche che lo Stato è tenuto a osservare per effetto della Costituzione, degli accordi internazionali e delle norme di rango nazionale.”

Per cui, conoscere i nostri diritti è fondamentale per riuscire ad agire e per continuare a far sentire la nostra voce!