Oltre il Covid-19: una strategia per bambini e adolescenti
Torna allo speciale “Children’s Week”
L’ultimo evento della settimana cade in una giornata particolare.Il20 novembre, infatti, è la Giornata Mondiale per l’Infanzia e l’Adolescenza e non è casuale che gli eventi della “Children’s Week” si concludano in questa data.
Il tema di questo incontro è stato il post-Covid-19 e la necessità urgente di pensare ad un piano per bambini e adolescenti, anch’essi duramente colpiti dal punto di vista emotivo e psicologico.
L’intervento di apertura è stato affidato a un videomessaggio della ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, che ha ricordato l’importanza della giornata che si stava celebrando. Ha citato Daniel Pennac definendo i bambini “enigmi luminosi”, questo per il loro sguardo curioso su ciò che accade, per la loro fantasia e il cercare sempre risposte ai loro perché.
“La scuola – ha detto la ministra – è il luogo per eccellenza dove trovare quelle risposte, dove ogni bambino e ragazzo può sentirsi sicuro, accolto, compreso e stimolato”.
È innegabile, e lo sottolinea, come questa emergenza sanitaria abbia ferito in molte forme anche i bambini e gli adolescenti, costringendoli a un cambio di vita che ha portato a numerosi sacrifici come il rinunciare agli abbracci con gli amici, a vedere i propri nonni e a gran parte della loro quotidianità. Non secondari sono anche i sacrifici che sono stati richiesti alle famiglie, soprattutto nel loro tentativo di mantenere un rapporto con la scuola e gli insegnati. Il dato positivo, che si ritrova nelle parole della ministra, riguarda la voglia di imparare dei ragazzi e delle ragazze che non è mai mancata e ha dimostrato una grande capacità di resilienza, che ha molto da insegnarci. Le ultime parole del messaggio suonano come una promessa per bambini e adolescenti da parte del mondo politico: “I bambini hanno diritto a crescere insieme, divertendosi e tornando a farlo presto. Facciamo in modo che la loro luce splenda sempre per loro e per noi”.
Legandosi alle parole della ministra Azzolina e focalizzandosi sul tema della scuola è intervenuta Arianna Saulini, portavoce del Gruppo CRC, evidenziando come sia importante investire nella scuola e nell’istruzione, tentando così di abbattere il numero di neet che nel nostro paese è molto alto. La speranza è che finalmente nell’agenda politica venga toccato il tema delle risorse per l’infanzia e l’adolescenza anche in vista dei fondi dell’Europa con il programma Next Generation EU.
Il rapporto del CRC, ricorda Chiara Curto nel suo intervento, ha tenuto necessariamente conto di quanto la pandemia e il lockdown abbiano impattato con la vita di bambini e ragazzi. Se da una parte le statistiche hanno presentato numeri contenuti nei contagi, dall’altra sono numerose le difficoltà che sono state affrontate a livello psicologico e a livello famigliare, considerato anche che non tutte le famiglie partivano dalla stessa situazione economico-sociale.
Durante i mesi della prima ondata di contagi è stato allarmante vedere che nell’agenda politica i diritti dell’infanzia non avevano priorità. “C’è stata infatti una difficoltà evidente per i bambini e i ragazzi nell’imporsi come soggetti di diritto quali sono. Questo discorso vale però per il mondo istituzionale, perché la società civile di associazioni, insegnanti e terzo settore si sono mossi e hanno cercato di venire incontro a loro e aiutarli a superare la situazione difficile”.
È necessaria quindi una strategia chiara sull’infanzia e l’adolescenza a livello nazionale, che comprenda forse anche una revisione delle competenze e dei ruoli per i luoghi tradizionalmente deputati alle politiche per l’infanzia.
L’incontro ha visto anche la testimonianza di due ragazzi, Sofia Zen e Luca Fasoli, che hanno rappresentato la Consulta Regionale dei Ragazzi e le Ragazze del Veneto raccontando questa realtà. In particolare, Luca Fasoli ha dichiarato “abbiamo creato una ricetta per la scuola, abbiamo messo insieme tutte le caratteristiche della scuola e dei nostri sogni dopo il Covid. Gli ingredienti principali sono sicurezza, organizzazione, ascolto, comprensione tra alunni e professori e infine tecnologia”. Quest’ultima, sottolinea Luca, è alla portata di tutti ma deve essere più al centro del dibattito come elemento di inclusione per facilitare i compagni in difficoltà.
Le parole dei due ragazzi che affermano “vorremmo un confronto con le istituzioni per dare finalmente parola ai ragazzi e guardare il mondo con il nostro punto di vista” mette in luce un tema importantissimo di questi ultimi anni: la necessità di un maggior protagonismo giovanile laddove vi sono delle scelte importanti da fare.
La professoressa e sociologa Chiara Saraceno di Alleanza per l’Infanzia ha evidenziato come spesso bambini e ragazzi non siano considerati come soggetti autonomi con diritti e doveri propri, ma come bagagli, spesso appresso ai genitori, alla scuola e come questa concezione porti a fare scelte che non considerano l’impatto che queste hanno su di loro. La prova è riscontrabile nella narrazione, durante la pandemia, dei giovani e bambini che dovevano sacrificare i propri impegni per i nonni. Questa frase pone un conflitto che vede da una parte i nonni e dall’altra i giovani. “Il discorso più giusto da fare con loro – dice la professoressa – sarebbe stato spiegare cosa fare per proteggersi e quanto era importante, ma senza creare conflitto”.
L’elemento che più ha stupito Saraceno, recentemente, è che il Comitato Tecnico Scientifico ha rilevato da appena dieci giorni che la didattica a distanza sta creando problemi ai ragazzi e alle ragazze, quando questo tema è sul piatto da molto più tempo. È chiaro che vi sia una marginalità che non considera a pieno titolo i bambini. Anche il fatto, sottolineato dall’onorevole Paolo Siani, che nel Comitato Tecnico Scientifico vi sia un solo pediatra, quando il 12 per cento dei contagiati sono bambini, è un elemento che preoccupa e allarma.
Il senatore Simone Pillon, vicepresidente della Commissione per l’Infanzia della Camera, torna nel suo intervento sul punto della didattica a distanza ritenendolo un tema importante poiché sta creando diseguaglianze marcate.
Con la didattica a distanza “si è infatti acuito anche il rischio per l’esposizione di ragazzi e ragazze a contenuti inappropriati sul web. Oggi i ragazzi hanno accesso sul web per obbligo scolastico e si confrontano con un mondo che comporta molti rischi”.
La Commissione per l’Infanzia sta lavorando per dare una risposta a questa sfida e per quanto riguarda i pericoli della rete è stato avanzato un progetto di legge, votato all’unanimità da Camera e Senato, che oggi è legge e prevede l’imposizione di parental control preinstallati sui device.
L’idea è però quella di estendere la responsabilità sul web anche ai gestori delle piattaforme più utilizzate da bambini e ragazzi perché ci sia un filtro accurato dei contenuti. Non è sicuramente sufficiente, “un altro passo fondamentale – afferma il senatore – sarà cercare di mettere le famiglie allo stesso livello dei figli per competenze tecnologiche”. L’intervento conclusivo è stato della ministra per le Pari Opportunità, Elena Bonetti, la quale ha ringraziato Sofia e Luca per il loro grande contributo con la loro testimonianza. “Ogni volta che si crea uno spazio autentico di partecipazione giovanile – ha detto – emerge un’espressione di cittadinanza attiva che dice che questi giovani sono l’incarnazione del futuro”. Ha annunciato che il suo Ministero sta lavorando all’istituzione di un osservatorio sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, ma anche a importanti passi sul contrasto alla povertà minorile. Su quest’ultimo punto dovrebbe essere una grande gioia per tutto il paese essere stati scelti in Europa, come paese pilota della Child Garantee.