ADHD e spazi verdi
di Irene Burlando e Aurora Laguardia
Il disordine dell’attenzione
Iperattività, impulsività, incapacità a concentrarsi: questi i principali sintomi della sindrome da iperattività e deficit dell’attenzione (ADHD), un disordine dello sviluppo neuropsichico del bambino che si manifesta generalmente prima dei 7 anni di età. Riconosciuta come un problema medico solo nel 1902, l’ADHD è descritta clinicamente e definita nei criteri diagnostici e terapeutici nel “Diagnostic and Statistic Manual of Mental Disorders”, manuale utilizzato come referenza psichiatrica a livello internazionale (DSM-IV).
È il disordine più diagnosticato nei bambini, e una larga parte dei bambini con questa diagnosi tende a soffrire di ripercussioni significative sulla vita quotidiana. L’ADHD, infatti, tendenzialmente si associa ad una maggiore difficoltà nello studio – voti più bassi, risultati peggiori nei testi di comprensione linguistica e di matematica, tassi minori di completamento degli studi – e ad un impoverimento delle relazioni sociali – conflitti più frequenti in famiglia e tra i coetanei, esperienze di rifiuto, minor numero di amicizie.
Grazie all’apporto di numerose pubblicazioni scientifiche sul tema, l’ADHD è oggi una sindrome con un quadro clinico definito e alcune differenti soluzioni terapeutiche possibili. Accuratezza che, però, viene a mancare quando si tenta di individuare le cause scatenanti l’ADHD. I motivi di insorgenza della sindrome non sono univoci, né ancora accertati completamente dai medici. Una sovrapposizione di più fattori: questa è la strada scientificamente più accreditata. Tra le concause, oltre ad una certa predisposizione genetica, ci sono anche fattori di rischio ambientale.
Tra le possibili concause, anche l’assenza di spazi verdi
Esiste una correlazione tra l’inquinamento atmosferico e l’emergere di disfunzioni delle funzioni cognitive dei bambini, questo è quanto emerge dal progetto di ricerca APGAR, finanziato dall’UE. Tra i diversi inquinanti destano particolare preoccupazione gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA), emessi nell’aria da fonti di combustione antropogeniche come fumo di sigaretta, scarico dei veicoli a motore, cibi grigliati. Dallo studio europeo, condotto su un campione di 242 bambini di età compresa tra gli 8 e i 12 anni, emerge che un piccolo aumento in livelli specifici di IPA è associato ad una riduzione di quasi il 2% del volume medio del nucleo caudato (CNV). Ciò è rilevante in quanto il CNV è un’area centrale del cervello coinvolta nei processi cognitivi e comportamentali che riguardano i sintomi dell’ADHD.
Anche la mancanza di spazi verdi, associata all’esposizione di sostanze inquinanti, potrebbe essere annoverata tra i fattori scatenanti il deficit dell’attenzione. Questa è la posizione di uno studio canadese basato su dati raccolti per 7 anni su un campione di 37 mila bambini nati a Vancouver tra il 2000 e il 2001. Nel campione sono emersi 1217 casi di ADHD. La presenza di spazi verdi incide solo marginalmente, riducendo il rischio di sviluppare la sindrome. Al contrario, il livello di polveri sottili (PM2,5), inquinanti provenienti da scarichi di auto o dalla combustione di legno, carbone e altri combustibili, incide in maniera considerevole, affermandosi come un rilevante fattore di rischio.
Gli effetti positivi del contatto con gli spazi verdi
Uno studio del 2001, realizzato dall’Università dell’Illinois, mostrava che i sintomi legati al disturbo da deficit di attenzione e iperattività tendono a diminuire in correlazione ad un aumento del tempo trascorso in aree verdi. Un altro studio, questo del 2011, suggerisce che l’ambiente in cui i bambini trascorrono le loro giornate possa avere un’influenza determinante nell’insorgenza e nel trattamento dei sintomi da ADHD.
Lo studio ha raccolto, online, dati forniti da genitori di 421 bambini diagnosticati con ADHD. È risultato che i bambini che giocano regolarmente in ambienti “verdi” tendono ad avere sintomi molto più lievi rispetto ai loro coetanei che giocano in ambienti “non verdi”.
La situazione italiana
In Italia, secondo stime dell’AIFA (Associazione Italiana Famiglie ADHD) basate su dati ISTAT, si stimano circa 68 mila minori tra i 6 e i 17 anni con ADHD grave, su circa 340 mila minori (3-4% del totale) con ADHD da lieve a grave.
Secondo i dati ISTAT elaborati da Openpolis, i metri quadri di verde urbano per minore sono 160 a Torino, 157 a Firenze, 156 a Genova, 117 a Milano, 109 a Roma, 109 a Catania, 70 a Napoli, 68 a Palermo, 62 a Bari.
La relazione di Openpolis considera tre categorie di verde pubblico: quello attrezzato, quello storico e i grandi parchi urbani.
“Emerge una spaccatura abbastanza netta tra le città del nord e quelle del sud, in termini di disponibilità del verde pubblico per bambini e ragazzi. Escludendo Matera, Oristano e L’Aquila, i primi 20 capoluoghi italiani per verde attrezzato, storico e parchi per minore si trovano nel centro-nord.”