Roma: gli studenti del Liceo Giulio Cesare censurati? Durante l’autogestione “bocciati” corsi su identità di genere e aborto
“Siamo sdegnati, arrabbiati e delusi e speriamo che anche voi, di fronte a questo scempio, condividiate la nostra indignazione” scrivono il 10 febbraio gli studenti del collettivo Zero Alibi del Liceo Giulio Cesare di Roma sulla loro pagina Instagram.
In quei giorni si sarebbe dovuta svolgere la settimana di autogestione al liceo di Corso Trieste, ma la Preside ha bocciato alcuni dei corsi proposti dagli studenti hanno visto la mossa della dirigente scolastica come una vera e propria censura.
I corsi che sono stati censurati riguardavano l’identità di genere, l’aborto e l’occupazione fascista dei Balcani. I ragazzi e le ragazze avevano contattato esperti sui tre temi proprio con lo scopo di informare in modo corretto e sensibilizzare sugli argomenti, ma secondo la Preside il primo topic in questione non poteva essere approfondito perché “l’identità di genere non esiste”, il secondo perché “potrebbe istigare le persone ad abortire” e il terzo in quanto “non sarebbe stato fatto secondo un punto di vista oggettivo”.
Secondo gli studenti quello della dirigente scolastica “è puramente un pregiudizio ideologico”.
“Ciò che ci lascia indignati […] è proprio il suo non permettere di fare informazione e sensibilizzare su temi fondamentali come questi, dei quali non si parla per niente nel luogo che più dovrebbe formarci come cittadini e cittadine consapevoli, ovvero la scuola” hanno riportato gli studenti del collettivo Zero Alibi sulla loro pagina Instagram.
La Preside, contattata da Repubblica, ha dichiarato che “il programma è stato approvato dal Collegio docenti dopo ampia discussione”. Tuttavia, 40 docenti hanno firmato una lettera di protesta dissociandosi dalla scelta della dirigente scolastica e hanno affermato che non erano al corrente né dei corsi proposti dai ragazzi né della censura da parte della preside.
“Quando si è svolto il collegio, non abbiamo discusso di questi corsi” ha dichiarato all’agenzia Dire la professoressa Sabina Petrella.
A condannare la scelta della preside del liceo Giulio Cesare sono stati in molti, tra cui la coordinatrice di Unione degli Studenti, Elisa Fraschetti, la quale dichiara che “censurare la volontà degli studenti di fare didattica in autonomia per delle vaghe tendenze destroidi personali dei dirigenti, è senza dubbio un problema che non possiamo più ignorare”.
Su questo episodio è intervenuta anche Prime Minister, la scuola di politica per giovani donne. La co-fondatrice Eva Vittoria Camerino ha definito la decisione della preside “inaccettabile e pericolosa” affermando che “è impensabile che nel 2021 si possa ancora censurare, specialmente in una scuola pubblica”.
Si sono schierati con gli studenti e i docenti anche la Flc Cgil di Rieti Roma Est Valle dell’Aniene, sostenendo la necessità che la scuola rimanga luogo di confronto e di dibattito sui grandi temi che interessano agli studenti.
A difendere la decisione della dirigente scolastica, invece, è stata l’associazione Family Day. Il presidente Massimo Gandolfini ha affermato che la preside ha agito secondo il suo dovere, invitando a riformulare il progetto in quanto mancava il consenso delle famiglie allo svolgimento delle attività extracurriculari. “In questo senso troviamo immotivato, volgare e vergognoso l’attacco mediatico cui la preside è stata fatta oggetto” ha fatto sapere l’associazione.
Il famoso liceo del film Notte Prima degli Esami “è una scuola pubblica e in quanto pubblica è plurale!” ha dichiarato la professoressa Sabina Petrella.
I giovani hanno diritto ad avere una voce, ad informarsi su tutti i temi che sfiorano il loro interesse. Questo è il tipo di libertà che dovrebbero garantire le istituzioni scolastiche.
“Davanti alla scuola pensavo | Viva la libertà!” così recitava la canzone di Venditti sul liceo Giulio Cesare.
È ancora così?