Essere moglie e madre è politico
Quando ero piccola, volevo essere una principessa. Se fossi una bambina adesso, probabilmente vorrei essere una trad wife.
Tra gli anglicismi che abbiamo aggiunto alla nostra lingua per rivestire di un certo glamour situazioni e cose che sono sempre esistite, trad wife è forse il più insidioso. Questo termine, che non è altro che un’abbreviazione di traditional wife (moglie tradizionale), al fine di renderlo più digeribile come hashtag di tendenza sui social media, viene usato per descrivere quelle donne che scelgono di dedicarsi esclusivamente alla cura della famiglia e della casa. Più che delle semplici casalinghe, coloro che si identificano come trad wife sono fiere di ricoprire il loro ruolo tradizionale di madri e mogli, e non rifuggono dal promuoverlo attraverso un’estetica dai toni pastello. Su TikTok, questo si è tradotto in una specifica categoria di influencer il cui lavoro è fare finta di non avere un lavoro.
La più famosa di queste celebrità del focolare è Hannah Neeleman, alias @ballerinafarm. Neeleman era una ballerina classica laureata alla Juilliard, uno dei conservatori più prestigiosi al mondo, ma ha lasciato il palcoscenico per gestire una fattoria nello Utah insieme a suo marito, crescere otto figli e, nel tempo libero, partecipare a concorsi di bellezza. Tuttavia, i fiori di questa vita da Mulino Bianco, che le ha fatto ottenere quasi dieci milioni di follower su TikTok e altrettanti su Instagram, non potevano che essere nati dal fango.
Le prime crepe sono apparse quando una rapida ricerca su Google da parte di alcuni utenti curiosi ha rivelato che l’estetica rurale e fotogenicamente caotica di questo account si basa, in realtà, su una considerevole ricchezza generazionale. La stufa-cucina in ghisa che contribuisce all’allestimento scenico squisitamente contadino di molti dei video di Neeleman costa 30mila dollari: una cifra stratosferica, ma che ha un senso se si considera che il marito di Hannah, Daniel Neeleman, è il figlio del fondatore di svariate compagnie aeree e ha un patrimonio che raggiunge i 450 milioni di dollari.
Il colpo più duro all’immagine idilliaca della famiglia è stato poi inferto da un articolo sul quotidiano britannico The Times. In esso, Megan Agnew descrive la sua giornata insieme ad Hannah, al marito e ai loro figli, e parla dell’impressione che le ha lasciato vivere in prima persona, per 24 ore, ciò che la maggior parte delle persone è abituata a osservare attraverso video di qualche minuto. Quando i Neeleman parlano dei sacrifici che entrambi hanno dovuto compiere, la giornalista scrive:
“Guardo la vastità, e non mi trovo totalmente d’accordo. Daniel voleva vivere nella grande natura del West, e allora ci vivono; voleva coltivare, e allora coltivano; a lui piace uscire una sera a settimana, e allora escono (hanno una babysitter per quelle serate); non voleva tate in casa, quindi non ve ne sono. L’unico spazio riservato esclusivamente a Neeleman – un piccolo fienile che voleva convertire in una scuola di danza – è finito col diventare un’aula per i bambini.”
Nell’articolo, Hannah Neeleman rivela che, in quella grande fattoria in cui oltre a loro lavorano solo alcuni manovali e una persona addetta alle pulizie, la vita a volte diventa così stancante che vi sono settimane in cui non riesce a uscire dal letto a causa dello sfinimento.
Nell’Olimpo delle trad wife non è possibile non annoverare anche Nara Smith e il suo canale TikTok da più di 11 milioni di follower, in cui prepara le ricette più assurde e complesse, dai cereali alle caramelle per la gola, sulla base dell’hook “I miei bambini avevano voglia di” oppure “Mio marito aveva voglia di”.
Sposata dal 2020 con il modello Lucky Blue Smith, i due adesso hanno rispettivamente 23 e 26 anni, e tre figli: Honey, Slim Easy e Whimsy Lou. A chi la accusa di promuovere uno stile di vita tradizionale, lei risponde:
“Non mi ero accorta che trovare gioia nel cucinare per mio marito e i miei bambini significhi automaticamente che l’unica cosa che faccio sia sgobbare in cucina”.
E ha ragione: la sua occupazione principale, oltre al suo lavoro come modella, è quella di produrre, direttamente dalla cucina di casa sua, contenuti che si stima le fruttino circa 200 mila euro l’uno, senza contare i guadagni percepiti grazie alle sponsorizzazioni.
In un periodo storico in cui il capitalismo ci sprona a condurre una vita tutta orientata al successo e alla ricchezza, mentre il sempre più elevato costo della vita ci costringe a lavorare incessantemente solo per mantenere noi stessi, figuriamoci un eventuale partner e dei figli, queste donne sembrano aver trovato la chiave della felicità: rifugiarsi in una vita lenta, bucolica, concentrata sulla famiglia. Allo stesso tempo, però, vantando carriere di successo grazie a contenuti che generano profitti da capogiro.
L’analogia con il mondo delle principesse non è casuale. Tra pasti fatti a mano da zero, cucine scintillanti in enormi case da rivista, abiti di marca dalle gonne ondeggianti, teneri bambini e adorabili animali da fattoria, quella delle influencer trad wife è la vita che mi sono sempre immaginata avesse Cenerentola dopo il suo vissero per sempre felici e contenti”, ma senza delle luci da set fotografico e un iPhone montato su un treppiedi puntati contro di lei.
C’è chi questo lo chiama femminismo.
Trad wife come Hannah Neeleman e Nara Smith offrono a chi le guarda un modello diverso di empowerment femminile, basato non su una carriera di successo, ma sul lavoro di cura. Riescono nell’obiettivo che qualche anno fa era stato proposto dalla senatrice di Fratelli d’Italia, Lavinia Mennuni, nella trasmissione Coffee Break: far diventare la maternità cool.
Soprattutto, sembrano aver risolto l’annoso dilemma su come coniugare la carriera e la famiglia, facendo della propria famiglia una carriera.
La maternità, come ogni aspetto del nostro personale, è politica. Lo è la scelta di parteciparvi, lo è quella di non farlo e lo è come si decide di farlo. Il femminismo e la lotta per la parità di genere hanno dato alle donne e agli uomini la possibilità di scegliere: io mi chiedo, però, se questo renda le nostre scelte automaticamente femministe.
In società le cui originarie fondamenta patriarcali sono ancora solide, e in cui le destre auspicano a un ritorno al passato e al fare più figli per ridurre il declino demografico, minacciando la sicurezza dei diritti riproduttivi, è femminista scegliere di abbracciare questo modello tradizionale e di promuoverlo, vendendo a milioni di spettatori giornalieri uno stile di vita basato su una maternità performativa e spesso irrealistica? Di chi è la possibilità di comprare stufe da migliaia di dollari e indossare vestiti altrettanto costosi mentre si cucinano piatti elaborati?
Per quanto mi riguarda, penso che dovrò continuare la mia ricerca di un tirocinio scarsamente retribuito.