L’informazione non va in vacanza: cinque libri da leggere sotto l’ombrellone

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La stagione estiva è giustamente amata dalla gran parte delle persone perché, con il suo arrivo, sembra sempre portare con sé una ventata di leggerezza e spensieratezza. Sarà per la presenza della luce fino alle prime ore della sera, oppure per il generale desiderio di trascorrere al meglio i tre mesi che la racchiudono, fatto sta che le preoccupazioni quotidiane sembrano passare in secondo piano e, con esse, anche l’interesse per quello che accade nel mondo. I colleghi si salutano, le porte degli uffici si chiudono, le famiglie si riuniscono, alcune città si svuotano mentre altre si riempiono di turisti.

Quando il solo suono che si desidera sentire è quello della risacca del mare, non esiste migliore compagnia di quella donata da un buon libro. Per unire l’utile al dilettevole, sarebbe auspicabile quindi tenersi informati – anche nelle ore più calde – comodamente distesi sotto il proprio ombrellone.

Ecco quindi cinque libri per avvicinarsi a diversi contesti del mondo di ieri e di oggi, alle storie di vita vissuta e immaginata: il tutto a portata di mano, qualunque mare si estenda davanti ai vostri occhi.

Essere donna in Afghanistan: Mille splendidi soli (Khaled Hosseini)

Save the Children ricorda come la popolazione dell’Afghanistan abbia affrontato diverse crisi nel corso del tempo. In primis, la fine dell’occupazione quasi decennale del territorio afghano da parte delle truppe sovietiche ha lasciato dietro di sé una situazione economica disastrosa, un forte incremento della povertà e una scarsità di generi alimentari e di altri beni di prima necessità. A ciò bisogna sommare le frequenti catastrofi naturali (come i terremoti) e il ritorno al potere da parte dei Talebani, nell’agosto del 2021. Da quel momento, in particolare, la situazione delle donne in Afghanistan è nettamente peggiorata, se non degenerata verso la totale assenza di diritti.

Scritto nel 2007, Khaled Hosseini con il suo Mille splendidi soli racconta con fermezza cosa voglia dire nascere donna in un paese come l’Afghanistan. Mariam e Laila, le due protagoniste, diventano il simbolo dell’oppressione e dei soprusi che ancora oggi milioni di donne continuano a subire in un silenzio che diviene ogni giorno sempre più pesante e preoccupante. Continuiamo ad informarci, per non abbandonare le donne dell’Afghanistan e per restituire loro la voce che purtroppo è stata loro strappata. Attualmente ci sono milioni di Mariam e Laila alle quali è negato anche il più basico dei diritti e la situazione è intollerabile. È il momento di prenderne consapevolezza.

Il coraggio di agire, anche in dittatura: Sostiene Pereira (Antonio Tabucchi)

Un silenzioso e timido giornalista di una piccola redazione di Lisbona intraprende un curioso e coraggioso percorso di emancipazione, per divenire un fermo oppositore della terribile dittatura di Salazar. L’iniziale fastidio per gli aspetti ‘estetici’ del regime dittatoriale – le parate militari e le formalità imposte – si trasforma in una forte presa di coscienza, anche grazie all’aiuto di un giovane collega dallo spirito rivoluzionario che insegnerà al signor Pereira il valore della libertà e i pericoli della censura.

Se si provasse a mettere da parte il contesto entro il quale si svolge la storia, il romanzo diviene un potente manuale di istruzioni per tutti coloro che, pur trovandosi in situazioni di sopraffazione e prevaricazione, appaiono indifferenti alla sofferenza e si accontentano del poco che il potere autocratico è in grado di fornire loro.

Mai deve essere commesso l’errore di dare per scontata la democrazia e tutto ciò che da essa ne deriva: Pereira è giunto a questa conclusione ormai superata la mezza metà, ma la speranza è quella che tutti se ne rendano conto il prima possibile. 

Per non dimenticare i Balcani: Venuto al mondo (Margaret Mazzantini)

Nel corso della devastante guerra che ha condotto alla dissoluzione dell’ex Jugoslavia e alla commissione di crimini contro l’umanità, la semi-distrutta Sarajevo diventa lo sfondo entro il quale si svolge la vicenda personale di Gemma. L’incredibile storia d’amore con Diego e il dolore per la mancata maternità, tanto desiderata, si mescolano alle corse per raggiungere i rifugi più vicini, alle finestre rotte di palazzi appena bombardati e alla disperazione di un intero popolo inerme. Quasi come se la città assediata fosse lo specchio di anime altrettanto assediate, il romanzo racchiude le emozionanti storie di tante vite che si incrociano, quasi per caso, e dimostra quanto possa essere imprevedibile, a volte, la vita. Le finestre delle palazzine possono essere riparate, gli amori possono rinascere, le ferite più profonde si possono rimarginare e, con il tempo, possono finalmente guarire. 

È molto difficile fare i conti con il proprio passato: i Balcani hanno lentamente intrapreso questo cammino di riflessione e redenzione per i torti passati, ma ciò non ci astiene dal sottovalutare le situazioni di tensione e di crisi che, in tempi recenti, sembrano riaffiorare nell’area. 

L’importanza dell’istruzione, ovunque nel mondo: Io sono Malala (Malala Yousafzai)

Può una semplice penna opporsi alle armi dei terroristi? Malala si è posta questa domanda anni fa, in un paese devastato da violenze intestine e segnato nel profondo dal terrorismo islamico. La sua storia diviene un grande esempio di dignità, forza e determinazione. I racconti della sua vita quotidiana, radicalmente cambiata da un giorno all’altro, si mescolano alle descrizioni della sua terra, alla tormentata storia del suo paese e alle riflessioni sulla possibilità, per tutti, di accedere ad una educazione adeguata e di qualità.

È intollerabile pensare che, ancora oggi, a troppe persone sia negata la possibilità di accedere anche solo ai primi gradi della formazione, precludendo di conseguenza alle nuove generazioni la possibilità di un futuro dignitoso. Sono molte le azioni che possono essere messe in campo per contrastare questo fenomeno: informarsi è il primo passo, e perché non cominciare proprio dalla biografia di Malala?

Salvare tutti, una persona alla volta: Pappagalli verdi (Gino Strada)

Le statistiche sono l’aspetto che, tra i molti, ha colpito maggiormente il dottor Strada agli esordi della sua carriera di chirurgo di guerra: Strada inizia infatti a notare che pochissimi tra coloro che si ammassano negli ospedali, colpiti da mine, proiettili o schegge di bombe e razzi, indossano una divisa. Sono soprattutto comuni cittadini, molte donne, moltissimi bambini. Quei feriti non sono combattenti, ma pagano pesantemente le conseguenze dei conflitti. Così, dopo aver compreso che simili sofferenze si ripetono, sempre uguali, in Afghanistan, Somalia, Bosnia, Etiopia, Corno d’Africa e ovunque nel mondo, Strada decide di dare ad una organizzazione per curare i feriti di guerra, una organizzazione fondata da civili al servizio dei civili. Inizia in questo modo la trentennale avventura di Emergency, la quale si pone sempre al fianco dei cittadini, prime vittime di conflitti che impediscono loro di fruire dei più basici dei diritti, prima fra tutti l’accesso ad una assistenza sanitaria dignitosa.
La dedizione e la delicatezza che Strada ha dedicato alla cura del prossimo rappresenta un virtuoso esempio di come chiunque possa attivamente impegnarsi nel campo del diritto umanitario. Pappagalli verdi è il diario di un grandissimo uomo, il quale si è speso fino all’ultimo istante per garantire cure eque e dignitose ad ogni essere umano, senza distinzioni di alcun tipo. Una importantissima lezione di coraggio e di umanità.