Sri Lanka

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di Alessia Giammarco

Introduzione generale

La Repubblica Democratica Socialista dello Sri Lanka è uno Stato insulare corrispondente all’omonima isola del sud-est asiatico. Prima dell’indipendenza dall’India, avvenuta nel 1972, l’isola era chiamata Ceylon. Il nome attuale deriva invece dall’unione dei termini Sri, che significa “splendente”, e Lanka, “isola”.

Geografia

La Repubblica Democratica Socialista dello Sri Lanka (Ceylon, fino al 1972) è uno Stato insulare. Si trova in Asia meridionale, particolarmente vicino alle coste meridionali dell’India e, più precisamente a Tamil Nadu. La ex capitale è Colombo, mentre l’attuale è Jayawardenapura Kotte. La popolazione totale è di 21,000,000 abitanti (dati del 2015). 

Storia

L’isola è stata popolata dai Singalesi fin dal VI secolo a.C. Successivamente, lo Sri Lanka passò in mano a dinastie di origine Tamil e, infine, i portoghesi ne presero il controllo nel corso del ‘500. Successivamente, la colonia venne ceduta prima agli olandesi e poi agli inglesi, che ne mantennero il possesso fino all’indipendenza del 1948. Lo Sri Lanka divenne un Paese socialista nel 1972 e rimase un’economia chiusa fino a cinque anni dopo. 

Le continue tensioni tra shinalesi e tamil hanno portato alla creazione del gruppo paramilitare delle Tigri Tamil e allo scoppio della guerra civile. Gli scontri tra questo gruppo, dichiarato terroristico nel 2001 da diversi Stati, e il governo sono proseguiti dal 1983 fino al 2009, anno in cui le Tigri Tamil dichiararono la resa.

Forma di governo

Lo Sri Lanka è una repubblica semipresidenziale facente parte del Commonwealth. Il presidente della repubblica viene eletto direttamente dai cittadini ed è sia capo dello Stato che del governo. Il Parlamento – unicamerale e scelto con un sistema proporzionale – vigila sull’operato del presidente e può rimuoverlo dall’incarico con una maggioranza favorevole pari a due terzi e il concorso della Corte Suprema. Il vicepresidente riveste la carica di primo ministro e capo del partito di maggioranza.

Cultura e religione

La società dello Sri Lanka è caratterizzata da una consistente frammentazione in vari gruppi etnici e religiosi che sono stati spesso in contrasto tra loro. Le etnie principali risultano essere quella Shinalese (74.9% della popolazione nel 2012) e quella dei Tamil dello Sri Lanka (11.2%). In seno a questa minoranza nacque il gruppo terroristico paramilitare delle Tigri Tamil, che scatenò una guerra civile tra il 1983 e il 2002.

Sul piano religioso, il 70.2% della popolazione è buddista, il 12.6% induista, il 9.7% islamica e il 7.4% cristiana. Vi sono stati diversi atti di violenza contro le minoranze religiose, come ad esempio gli attentati del 2019 contro la comunità cristiana.

Economia

Sri Lanka è diventato un’economia di mercato nel 1977, in seguito a un periodo di regime socialista. Da allora, il Paese ha ripreso a commerciare con gli altri Stati e si è anche ritagliato uno spazio nel mercato finanziario internazionale.

L’economia dello Sri Lanka fa perno sulla produzione agricola intensiva di prodotti come la cannella, la gomma e il Ceylon tea. Tuttavia, recentemente lo Stato ha diminuito l’importanza delle proprie piantagioni in favore di nuovi settori quali l’industria alimentare, tessile e del vestiario, delle telecomunicazioni ecc. Infatti, nel 2010 il 60% del GDP nazionale era rappresentato del settore terziario – il turismo è una risorsa fiorente ed è incentivato dalla relativa sicurezza di cui godono gli stranieri -, il 28% dall’industria e il 12% dal settore primario. 

Top e flop dell’Agenda 2030

Lo Sri Lanka non registra particolari miglioramenti né peggioramenti per quanto riguarda gli obiettivi di sviluppo sostenibile. Tutti gli obiettivi sono oggetto di un trend moderatamente positivo, nonostante in quasi tutti permangano problematiche importanti. Una sfida che può invece dirsi raggiunta con successo consiste nel SDG 4 – Quality Education. Infatti, sebbene non vi siano molti dati a riguardo, si può affermare che lo Sri Lanka abbia raggiunto la quasi totale alfabetizzazione e che il 99.46% dei bambini frequenti la scuola primaria.

Top: Goal 1 – End poverty in all its forms everywhere

Lo Sri Lanka possiede un trend positivo per quanto riguarda la diminuzione della povertà. Nel 2016, la percentuale di popolazione sotto la linea di povertà nazionale si attesta al 4.1% e dunque si rileva un miglioramento netto rispetto al 15.2% del 2006. L’80% della popolazione povera lavora nel settore agricolo, mentre la povertà procapite più alta si registra nell’Estate sector, ossia nel settore delle piantagioni di almeno 20 acri e con almeno 10 residenti-lavoratori. Quest’ultimo settore ha visto un calo importante della povertà negli ultimi anni, soprattuto nel periodo tra il 2006-2007 e il 2009-2010, calando dal 32% al 8.8%. La povertà a livello urbano è meno influente come componente, ma ha anch’essa vissuto un calo dal 32% al 8.8%.

Per quanto riguarda l’aspetto demografico, la percentuale di popolazione povera con età inferiore a 18 anni è calata dal 8.7% del 2012 al 5.3% nel 2016, rimanendo tuttavia il dato più alto. La popolazione sotto la soglia di povertà internazionale corrispondeva nel 2016 a meno del 1% della popolazione totale, con minime differenze tra uomini e donne. La povertà multidimensionale a livello aggregato risultava invece del 3.8% nel 2012-2013.

Top: Goal 2 – End hunger, achieve food security and improved nutrition and promote sustainable agriculture

 L’agricoltura è un fattore importante per lo sviluppo dello Sri Lanka. Il 25-30% della popolazione continua a essere dipendente dall’agricoltura e i prodotti agricoli rappresentano oltre il 20% delle esportazioni totali. Il livello nazionale di disponibilità di cibo è in miglioramento, soprattutto grazie al fatto che circa l’80% del fabbisogno nazionale di cibo viene prodotto in loco. A tal proposito, traguardo importante è stato il raggiungimento dell’autosufficienza circa il fabbisogno di riso. L’indice Household Food Insecurity Access Scale Score (HFIAS) è pari a 9.2 su una scala da 0 (minima insicurezza) a 24 (grave insicurezza). Questo dato è anche frutto della diminuzione della povertà e del miglioramento delle infrastrutture pubbliche, tra cui spicca il migliorato della rete stradale.

L’indice di produzione agricola ha mostrato un overall pari a 216.9 nel 2016, dato in netto aumento rispetto al 100 registrato nel periodo 2007/2010. Questi dati fanno ben sperare per il raggiungimento dell’obiettivo 2,3 (“By 2030, doubling the agricultural productivity and incomes of small-scale food producers”), anche se alcuni stakeholders hanno manifestato preoccupazione per la qualità e la sicurezza del cibo. Nonostante questi progressi, rimangono aperte ancora diverse sfide come la sicurezza del cibo e la lotta alla malnutrizione, questione che colpisce in particolare le donne e i bambini.

Top/flop: Goal 3 – Ensure healthy lives and promote well-being for all at all ages

Il sistema sanitario dello Sri Lanka ha visto miglioramenti sostanziali negli ultimi decenni per un paese ad upper-middle income. Questi successi hanno permesso un calo della mortalità infantile e delle madri durante il parto, oltre che un aumento dell’aspettativa di vita media.

Lo Sri Lanka aveva un tasso di mortalità materna inferiore a quanto richiesto degli SDGs negli anni ’90. Nel 2015, la mortalità materna è di 33.7 su 100 000 parti riusciti, la natalità neonatale è di 5.8 su 100 000 e quella dei bambini di età inferiore a 5 anni di 10 su 100 000. Anche questi dati sono migliori di quanto richiesto dall’Agenda 2030.

Nonostante vi siano stati passi avanti anche nella lotta contro alcune malattie, altre registrano ancora dati negativi. Ad esempio, la febbre dengue ha visto un aumento di casi da 142 a 260 su 100 000 tra il 2015 e il 2016. Anche l’HIV ha visto un aumento di casi (da 95 nel 2009 a 285 nel 2017), dato ancor più preoccupante se si pensa che secondo il Demographic and Health Survey (DHS) solo il 33% delle donne ha conoscenze circa questa malattia. Tra i dati negativi vi è anche l’aumento degli incidenti stradali, passando dalle 6.6 morti giornaliere nel 2015 al 7.5 nel 2016.

Inoltre, il sistema sanitario è pubblico per tutta la popolazione, ma più della metà della spesa sanitaria nazionale è privata e viene pagata all’83% dalle famiglie.

Sitografia

https://dashboards.sdgindex.org/profiles/LKA
https://sustainabledevelopment.un.org/memberstates/srilanka
https://it.wikipedia.org/wiki/Sri_Lanka
https://www.fantaproject.org/monitoring-and-evaluation/household-food-insecurity-access-scale-hfias
https://www.fantaproject.org/monitoring-and-evaluation/household-food-insecurity-access-scale-hfias
https://dhsprogram.com/countries/Country-Main.cfm?ctry_id=37&c=Sri%20Lanka&Country=Sri%20Lanka&cn=&r=4