Protagonisti di futuro: voci, storie e proposte di giovani
Enrico Giovannini, co-fondatore e portavoce ASviS, ha aperto il 23 settembre l’evento “Protagonisti di futuro” inserito all’interno del Festival dello Sviluppo Sostenibile. Da subito l’economista ha posto al centro i giovani e il futuro che questi rappresentano, non dimenticando però l’importanza del presente come tempo per poter cambiare il futuro. Nel suo intervento ha sottolineato come non sia corretto parlare di Recovery Fund ma di Next Generation EU e di come questi fondi siano importanti per il paese ma non per aumentare di qualche punto percentuale il PIL bensì per avviare un cambio culturale, mettendo al centro le nuove generazioni.
Il nome dato all’evento è tutt’altro che casuale: “Protagonisti di futuro” perché l’obiettivo era porre l’accento su tutti coloro che da diversi mesi stanno praticando con coraggio la resilienza e spesso non hanno voce. Il panel ha visto il susseguirsi di diversi esperti e testimonianze, tutte inserite nella cornice dell’Agenda 2030, per dare “una visione di trasformazione e non solo di stimolo temporaneo” secondo le parole di Giovannini.
Importante il concetto sottolineato dal portavoce Asvis sull’obiettivo 10.3 dell’Agenda 2030 in cui si afferma che bisogna assicurare a tutti uguaglianza di opportunità e ridurre le disuguaglianze di risultato, punto che per la prima parte raccoglie il favore di molti partiti, ma per la seconda parte risulta una pietra di inciampo. Si parla quindi di giustizia intergenerazionale, concetto che Asvis ha il desiderio di introdurre in Costituzione.
La prima parte dell’evento ha riguardato il tema della grave crisi generazionale con l’intervento del prof. Alessandro Rosina che, partendo dal Rapporto Giovani 2020 pubblicato dall’Istituto Toniolo, ha delineato i confini di una situazione che si sta aggravando ogni anno che passa. Elaborando un’indagine con giovani dai 18 ai 34 anni in Italia è emersa grande preoccupazione per il riflesso sull’economia e sul lavoro in seguito al Covid.
Sono gli indicatori delle nuove generazioni in Italia a preoccupare: da anni infatti sono ai livelli più bassi in Europa e sembra non esserci alcun segnale di positività, ma un acuirsi delle diseguaglianze tra i territori del paese. Un richiamo finale il professor Rosina lo ha dedicato alla Rete Giovani 2021 che, riunendo diverse associazioni in Italia, ha elaborato il Piano Giovani 2021 con il quale si chiede un paese più inclusivo, sostenibile e innovativo.
Nell’intervento di Chiara Saraceno, sociologa eco-fondatrice di Alleanza per l’Infanzia, si è trattata la situazione della disparità di genere che permane nel mondo lavorativo con dei riflessi che si possono ritrovare anche nelle coppie in cui i rapporti diventano asimmetrici.
Nella seconda parte si è dato spazio al tema dell’educazione che ha visto Marco Rossi Doria, vicepresidente di Impresa sociale “Con i bambini”, presentare ancora dei numeri allarmanti: “Siamo un paese che fa pochi figli. Di questi circa 9 milioni sono sotto i 18 e un terzo dei 9 milioni vive in condizioni di povertà assoluta o relativa”.
Gli fa eco Claudia Segre, Global Thinking Foundation: “Povertà economica e povertà educativa sono in aumento” ha affermato, spiegando la necessità di inserire nei programmi didattici l’educazione finanziaria come punto di partenza per l’abbattimento di queste disparità.
Su questo tema è intervenuta anche Giorgia Trotta, referente nazionale del Movimento SottoSopra di Save the Children, che ha portato la sua testimonianza raccontando i progetti che il Movimento ha portato avanti pre e post lockdown sottolineando che noi giovani “ci rendiamo conto che la strada per ottenere i goals sia lunga, ma vogliamo poter esprimerci e far sentire la nostra voce. Noi ci siamo, vogliamo cambiare il mondo del futuro e vogliamo farlo con la nostra voce”.
La terza parte è stata interamente dedicata al dibattito sul Reddito Universale, la proposta di donare ai diciottenni quindicimila euro con l’obiettivo di tentare di ridurre le diseguaglianze di opportunità e tutti quegli ostacoli che possono presentarsi al pieno sviluppo della persona umana. Con questi soldi i maggiorenni avrebbero eguali possibilità di partenza; in particolare Rebecca Di Fiore, di Senti Chi Parla, racconta di aver chiesto a diversi ragazzi e ragazze quali progetti avrebbero se si trovassero tra le mani una somma del genere. Il risultato ha presentato un quadro positivo: diversi li utilizzerebbero per finanziarsi le rette universitarie o corsi di formazione, altri per viaggiare e in un caso anche per la patente.
“Il campione – dice Rebecca – non è rappresentativo ma vuole sottolineare che non è vero che i giovani non pensano al loro futuro”. Uno dei nodi più discussi sul Reddito Universale è sulla condizionalità o incondizionalità di quella che è una vera e propria donazione ai maggiorenni, ovvero se inserire dei vincoli per la spesa o lasciare libero ognuno di poter decidere autonomamente come spenderli. La linea che sembra risultare più condivisa tra i relatori è che, essendo la manovra una politica con finalità formativa, sia meglio la proposta dell’incondizionalità dei fondi per poter puntare sulla responsabilità e la fiducia, e dare ai giovani anche la possibilità di sbagliare.
La quarta parte ha visto l’intervento e la testimonianza di alcune realtà, aziende, associazioni e movimenti che durante il lockdown si sono sviluppate e hanno contribuito sul loro territorio di residenza. Singolare la storia di Andrea Pinchera, 18 anni, di Almese (TO), da sempre appassionato del mondo della programmazione,che ha capito che intorno ai siti web vi è un grandissimo mercato e ha cercato di monetizzare la sua passione. Ha creato una primordiale azienda insegnando ad amici e conoscenti come sviluppare un sito e ha iniziato a cercare clienti concentrandosi però sul suo territorio e non puntando alle multinazionali come spesso accade. Quello che adesso lo sta impegnando è cercare di dare la possibilità ai piccoli negozi e imprese del suo comune di poter vendere online, esigenza ancora più urgente dato il periodo che viviamo per l’emergenza sanitaria Covid-19.
Le conclusioni sono state affidate a Fabrizio Barca, coordinatore del Forum Disuguaglianze e Diversità, che ha aperto il suo intervento evidenziando come l’Italia sia un Paese vivace e vivo “che sta costruendo delle opzioni” ma che bisogna anche cercare di rimuovere gli ostacoli a queste. “Messi nelle condizioni giuste i giovani sono il soggetto che può realizzare una trasformazione, se però queste condizioni non ci sono, i giovani prendono una botta terribile”. Spezza anche una lancia a favore della scuola dicendo che non è giusto dire che questa sia un “colabrodo” ma neanche non riconoscere che non funziona del tutto correttamente.
La situazione di lockdown, come ha testimoniato una preside durante l’evento, ha permesso il ristabilirsi di un rapporto tra insegnanti e genitori che l’anno scorso era un problema della scuola spesso al centro delle cronache. “Si è ricostruito un patto e questa ricostruzione – continua Barca – è frutto del Covid-19” e questo è un elemento estremamente positivo perché “è la comunità educante che deve aiutare i giovani a scegliere”.