ENEA e REBUS: un team per l’uomo dello spazio
Enea e Romeo: l’impianto pilota per completare la filiera del riciclo
Enea e la “lotta” contro lo spreco alimentare
La storia di ENEA ha inizio 1952 e, ad oggi, la sua missione istituzionale (legge 221/2015) è così descritta: “L’ENEA è l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile, ente di diritto pubblico finalizzato alla ricerca, all’innovazione tecnologica e alla prestazione di servizi avanzati alle imprese, alla pubblica amministrazione e ai cittadini nei settori dell’energia, dell’ambiente e dello sviluppo economico sostenibile (art. 4 Legge 28 dicembre 2015, n. 221)”.
Un’altra interessante iniziativa di ENEA è ReBUS. L’obiettivo del progetto è la ricerca di tecnologie e soluzioni innovative a sostegno della vita dell’uomo nello spazio. Il progetto, che ha una durata prevista di 3 anni, è coordinato e finanziato dall’Agenzia Spaziale Italiana (ASI). Assieme a ENEA partecipano anche il CNR, l’Istituto Superiore di Sanità (ISS), Telespazio (che opera nel campo delle soluzioni e dei servizi satellitari), diverse università italiane, Thales Alenia Space (più grande produttrice di satelliti in Europa) e Kayser Italia (una società aerospaziale di Livorno che ha partecipato ad oltre 60 missioni spaziali con più di 108 esperimenti scientifici eseguiti in orbita).
Il progetto ReBUS nel suo insieme si propone di affrontare i principali aspetti critici legati a questa sfida tecnologica. Grazie a dei sistemi, sviluppati da ENEA, basati sull’utilizzo di diverse specie batteriche e di insetti, tutti i possibili scarti organici saranno portati alla decomposizione e al compostaggio. Di importanza fondamentale sarà il sistema biorigenerativo basato sull’uso di piante, funghi, batteri e cianobatteri in modo da massimizzare l’uso delle risorse disponibili nello spazio e minimizzare contemporaneamente l’impiego di risorse esterne.
Grazie all’impiego di simulanti di suoli lunari e marziani, integrati con i bioprodotti derivati dalla lavorazione degli scarti, sarà possibile lo studio di sistemi innovativi per la coltivazione di piante e micro-ortaggi in avamposti planetari. Allo scopo di contribuire al benessere psicofisico dell’equipaggio saranno valutate la qualità e la sicurezza alimentare, grazie anche allo studio di molecole e sostanze organiche antistress recuperate sempre dagli scarti alimentari, colturali e fisiologici degli astronauti.