Educazione ambientale sui banchi di scuola: un primato tutto italiano
A partire da settembre 2020 l’Italia sarà il primo Paese al mondo ad insegnare agli alunni delle scuole pubbliche, di ogni ordine e grado, educazione ambientale.
Lo scorso dicembre – organizzata dall’ONU – si è tenuta a Madrid la Conferenza delle parti (COP25), incentrata proprio sulla questione ambientale e climatica.
Durante quest’evento, l’ormai ex-Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Lorenzo Fioramonti ha annunciato un primato di notevole rilevanza per l’Italia e gli italiani, affermando: “L’anno prossimo l’Italia sarà il primo Paese al mondo dove lo studio dei cambiamenti climatici e dello sviluppo sostenibile sarà obbligatorio[…] tutte le scuole dedicheranno 33 ore all’anno, circa un’ora a settimana, alle questioni relative ai cambiamenti climatici[…]. Molte materie tradizionali, come geografia, matematica e fisica, saranno studiate in una nuova prospettiva legata allo sviluppo sostenibile[…]. Sostenibilità e il clima siano al centro del modello educativo[…] questa materia sarà modulata sui principi dello sviluppo sostenibile: la nostra bussola, se possiamo chiamarla così, sarà l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite”.
Una notizia importante, che riporta al Paese una piccola dose di fiducia, nella prospettiva di mettere sempre di più al centro le tematiche ambientali, passata però in sordina tra i mass media nazionali. Infatti, a trattarne in maniera concreta elogiando l’Italia e la sua svolta educativa, sono stati Leonardo Di Caprio e Greta Thunberg.
Questa piccola rivoluzione culturale, che avrà inizio a settembre 2020 e toccherà tutte le scuole del Paese, nasce da una collaborazione tra il MIUR e l’ASviS, Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile. I due soggetti si impegnano a divulgare e promuovere iniziative di informazione e formazione, a sostenere il progressivo inserimento dell’educazione allo sviluppo sostenibile nei curricoli di istruzione e di formazione, a partire dall’insegnamento dell’educazione civica e valorizzando i percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento (PTOF), basando il sistema educativo e scolastico alla realizzazione degli Obiettivi dell’Agenda 2030, andando anche ad intaccare i modelli di produzione e di consumo, per raggiungere tale scopo.
L’obiettivo e la speranza dell’iniziativa – che si focalizza principalmente sulle giovani generazioni – è quello di creare una nuova consapevolezza, introducendo anche il concetto di cittadinanza globale tentando di creare società giuste, inclusive e pacifiche.
Questo cambiamento implicherà un rinnovamento dell’insegnamento, iniziando da tutto il personale scolastico che dovrà essere formato ed informato. Inoltre comporterà un’integrazione fra le materie, stimolando così i docenti, rispettando sempre l’autonomia della didattica, a confrontarsi sul tema della sostenibilità.
Diventerà quindi fondamentale la formazione degli alunni. L’importanza della formazione delle nuove generazioni necessiterà anche di un nuovo metodo di approccio fra la componente docenti e il corpo studentesco stimolando un modello che adatti le didattiche e le metodologie di insegnamento agli alunni, sostenendo anche lo sviluppo di legami affettivi fra le parti.
La nascita di questa iniziativa non sottintende che non ce ne fossero altre già in vigore, anzi. Su tutto il territorio nazionale vi sono progetti e campagne, anche a livello regionale, di elevato spessore: #SOStenibilmente, che supporta i docenti delle scuole elementari, medie e superiori nella promozione di cambiamenti nelle azioni quotidiane e negli stili di vita di ciascuno, per costruire una cultura basata sul rispetto dell’ambiente e sui principi della sostenibilità, ed il Programma ISPRA – da parte dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale – che si concentra maggiormente sulle iniziative delle scuole o i tanto diffusi orti urbani.
Ora la palla passa però direttamente alle scuole: la formazione è alla base della creazione di una società civile ed inclusiva, “plasmando” le menti dei giovani che diventeranno cittadini consapevoli.
La specie umana ha la necessità di sviluppare “società e civiltà” per sopravvivere, mostrando in più il bisogno di “ereditare” – dalle generazioni precedenti – le tradizioni e le discipline. Queste, sono in grado di incidere notevolmente sul giovane che al tempo stesso si rafforza tanto da rendersi capace di lottare contro di esse.
In conclusione, questa nuova scelta educativa fornirà alle nuove generazioni uno strumento importante, che gli permetterà di approcciarsi al futuro con maggior decisione e convinzione.
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Sitografia :
https://www.miur.gov.it/educazione-ambientale-e-alla-sostenibilit%C3%A0